L’idea originaria dei giardini verticali e delle pareti verdi è scaturita dalla grande passione che il botanico Patrick Blanc aveva per gli acquari e grazie alle sue prime sperimentazioni all’età di dodici anni.
Com’è nata l’idea
Blanc aveva letto su una rivista tedesca che collocando una radice di filodendro nell’acqua, quest’ultima poteva essere capace di purificare l’ecosistema chiuso dell’ acquario , eliminando tutte le sostanze di scarto. Il botanico seguì queste istruzioni e i filodendri, infatti, iniziarono a crescere bene nell’acqua, in assenza di altre sostanze.
Dalla purificazione dell’acqua ai giardini verticali
Il primo interesse di Patrick Blanc fu la purificazione dell’acqua, a cui fece seguito la curiosità di provare a sviluppare i giardini verticali. I filodendri, che l’artista collocò nell’acquario, iniziarono a crescere fino a ricoprire le mura retrostanti. Per questo Blanc provò a mantenere in vita i filodendri sul muro, tirando fuori l’acqua dall’acquario e facendola scorrere lungo le radici delle piante, per poi farla rientrare nell’acquario – creando così un circuito chiuso – principio ancora valido per la sopravvivenza delle pareti verdi e i giardini verticali.
La ricerca negli ambienti tropicali
All’età di diciannove anni, il botanico Blanc, mentre aveva iniziato a frequentare l’università, si recò in Malaysia e in Tailandia per vedere direttamente le piante che crescevano nella foresta. Qui, Patrick Blanc osservò come queste ultime invadessero ogni luogo, dalle zone in ombra alle rocce – in particolare le orchidee e le felci che nella foresta pluviale ricoprono intere zone rocciose. Così Patrick Blanc capì che poteva essere capace di ricreare la medesima condizione, delle zone tropicali, anche in ambienti diversi, come casa sua. Nasce così l’idea dei giardini verticali e delle pareti verdi, ad oggi una delle più importanti creazioni d’arte e d’architettura contemporanee.