I giardini pensili di Babilonia rappresentano il prototipo delle moderne coperture a verde e dei giardini verticali. Di questa imponente opera, però, non rimane più alcuna traccia e tutte le notizie o ipotesi derivano dallo studio dell’iconografia e dei testi antichi.
I giardini pensili di Babilonia
Quest’opera deve essere stata davvero grandiosa e significativa per aver lasciato una tale memoria nella storia, e per meritarsi l’appellativo di una delle sette meraviglie del mondo antico. Babilonia era stata edificata in quello che oggi è il territorio dell’Iraq, circa 90 km a sud dell’attuale Bagdad, vicino al fiume Eufrate. Oggi, dell’insediamento restano soltanto alcune rovine. I giardini pensili di Babilonia pare che fossero situati in corrispondenza di un complesso fortificato, situato a nord-ovest della città. Per quanto si desume dall’iconografia, nei giardini, disposti sicuramente nei terrazzamenti, si trovava una vegetazione arborea lussureggiante, di cipressi e palme, che contrastava l’arido territorio circostante. Il committente dell’opera fu Nabucodonosor II (605-506 a.C. ), per accontentare la moglie Aniti, non del tutto soddisfatta dell’aridità della zona, rispetto alla sua terra d’origine, la Media.
Come venivano realizzati
Non si hanno informazioni precise per quanto riguarda le tecniche antiche di realizzazione dei giardini pensili. Si ipotizza che fosse previsto uno strato di materiale drenante e che gli spessori di terreno dovessero essere di poco superiori al metro. Particolarmente interessante deve essere stato il sistema utilizzato per assicurare, ai vari livelli, l’approvvigionamento idrico. Tale sistema è stato definito dagli studiosi come ingegnoso, ma non è dato sapere nulla di più, anche se sono state effettuate delle simulazioni per cercare di individuare il meccanismo. Probabilmente il sistema di irrigazione doveva essere molto simile alle tecniche usualmente utilizzate in agricoltura, per il trasporto dell’acqua in quota.
Il verde verticale in Italia
In Italia, gli esempi più antichi di coperture verde pensile, ancora oggi intatte, sono quelle delle tombe che risalgono al periodo degli Etruschi (dal IX secolo a.C.). Le cupole di copertura dei sottostanti locali, adibiti a sepoltura, venivano ricoperte con terreno e vegetazione. Al di là del significato religioso, potremmo oggi affermare che queste opere possono essere considerate come uno dei più antichi esempi di impiego della copertura verde, come strumento di compensazione ambientale. Ciò che veniva tolto da sotto terra veniva restituito sopra.
Numerose tracce di impiego del verde pensile si trovano anche nel periodo romano, quando questa tecnica era conosciuta e diffusamente applicata, ma della quale si è conservato ben poco. Un primo esempio è il mausoleo di Augusto a Roma (29 a.C.). La muratura esterna era originariamente ricoperta di terra nella quale vegetavano cipressi, simbolo di vita e gloria eterna.
Un’altra opera che originariamente era dotata di una copertura a verde è il mausoleo di Adriano (130 d.C.) sempre a Roma. L’edificio originale, che fu poi ristrutturato e modificato nell’attuale Castel Sant’Angelo, era ricoperto anch’esso da cipressi. Altri esempi antichi sono la villa dell’Imperatore Adriano a Tivoli (92 d.C.), la villa Laurentina e la villa in Toscana (Isecolo d.C.), di cui ci resta soltanto la descrizione – del proprietario Plinio il Giovane – dei giardini pensili che le ornavano. Tra gli altri edifici, dei quali rimane traccia dell’esistenza di verde pensile nelle fonti storiche, sono ad esempio i più antichi mausoleo di Pomponio Grecino (II-I sec s. C.) a Gubbio, il Santuario della Fortuna Primigenia (II-I secolo s.C.) a Roma e la Villa di Marone a Cassino.
I diversi significati del verde verticale
Nei tempi antichi l’uso dei giardini pensili non era unicamente dettato da ragioni di prestigio. Nel periodo Medioevale, il verde pensile trova impiego in diversi settori: nei chiostri dei conventi come orto e nelle fortificazioni come copertura per attutire i colpi da sparo ricevuti in battaglia. Molti di questi manufatti dotati del sistema di difesa passiva a verde, si sono conservati fino ai giorni nostri. Soltanto a partire dal XV secolo, fino alla seconda metà del XIX secolo, il giardino pensile sviluppa la propria connotazione artistica ed estetica per poi essere utilizzato quasi esclusivamente in palazzi e ville.
Ci fu infatti uno sviluppo importante legato all’uso del giardino pensile, che anticipa i concetti di utilizzo moderni, ovvero l’apertura dell’architettura alla fruibilità esterna degli edifici. Esempi in questa direzione sono ad esempio: la villa di Fiesole di Giovanni de’Medici (1451), Palazzo Piccolomni a Pienza, commissionato da Papa Pio II (1460), Villa d’Este a Tivoli e la reggia di Versailles a Parigi (1600), dove il progettista André Le Nôtre fece realizzare i famosi aranceti sopra alle stalle reali.