Come per i materiali edilizi, anche per l’utilizzo delle piante sulle pareti degli edifici serve uno specifico «progetto tecnico-architettonico». Le piante infatti sono esseri viventi e in quanto tali devono trovarsi in armonia con l’ambiente circostante e la struttura edilizia, senza trascurare le loro caratteristiche e comportamenti.
I comportamenti delle piante
Le piante hanno una propria genetica di comportamento. Il principale dinamismo della pianta si chiama tropismo ovvero la reazione naturale di orientamento dei suoi organi – radici, steli, foglie, fiori – verso un’anisotropia ambientale ovvero la dipendenza verso la direzione in cui le piante vengono collocate.
I fattori che condizionano il tropismo delle piante sono il geotropismo – fattore gravità, a cui si lega l’attrazione verso il suolo e l’ eliotropismo – fattore luce, a cui si lega l’attrazione verso il sole. La posizione di crescita delle piante su una parete verticale pone evidentemente queste ultime in una dimensione diversa, da dove i movimenti gravitazionali possono essere meno sopportati.
Esposizione ed orientamento
Collegati al comportamento delle piante sono l’esposizione e l’orientamento della parete dell’edificio che ospita il giardino. Le problematiche a cui le piante possono incorrere su una parete nord, ad esempio, dipendono più che altro dalle sollecitazioni con venti freddi e secchi, provenienti dal quadrante nord – Tramontana, Grecale – a cui si sommano un minore irraggiamento della parete e l’incidenza maggiore di giorni nuvolosi durante l’anno.
Il grado di irraggiamento risente anche della latitudine e dunque al nord Italia è da porre maggiore attenzione alla scelta botanica piuttosto che per la collocazione al centro-sud Italia – dalla zona di Roma in poi- dove l’andamento della durata media del soleggiamento su scala annuale consente una tolleranza maggiore per le piante.